Ginseng Radice macinata pura 100 %, Asia
Si chiama ginseng e il suo nome, derivante dal termine cinese rènshēn, significa “pianta dell’uomo”. Il motivo? La parte del ginseng che viene utilizzata per le sue virtù benefiche è la radice, e questa radice ha una forma simile ad una figura umana. OrlandosIdee la propone già macinata, pronta all’uso. Perché acquistarla? E da dove arriva?
La storia del ginseng
Il ginseng è una pianta erbacea appartenente al genere Panax, che include 11 specie diverse. Fra di esse, spesso viene considerato ginseng propriamente detto il Panax ginseng, comunemente noto come “ginseng asiatico”.
Questa specie è originaria dell’Asia, lo stesso continente da cui oggi OrlandosIdee importa la sua polvere di ginseng, pura al 100%. La scelta non è casuale: il Panax ginseng era utilizzato già più di 500 anni fa nei territori montani della Manciuria, in Cina, dove era rinomato per il suo potere ringiovanente. Qui era considerato un simbolo di armonia divina.
I primi documenti sui benefici del ginseng provengono proprio dalla Cina e risalgono alla dinastia Liang (220-589 dC). Secondo leggende cinesi gli imperatori lo utilizzavano come rimedio per tutte le malattie. In effetti il suo nome scientifico, Panax, deriva dai termini greci “pan” (tutto) e “akèia” (rimedio). Il suo impiego non era però limitato al consumo alimentare, e già in Cina esistevano sia saponi che lozioni e creme al ginseng. Giunti nel terzo secolo dopo Cristo, la richiesta di ginseng da parte della Cina ha promosso lo sviluppo del commercio internazionale di questa radice. A questo punto il ginseng si è trasformato in una merce di scambio per l’acquisto di materiali preziosi come la seta. In Europa il ginseng è giunto nel ‘600, quando, si racconta, alcuni ambasciatori lo portarono in dono a Luigi XVI, re di Francia, dal Siam. Il viaggio del ginseng non si è però fermato nel vecchio continente, e nel 1716 un prete gesuita canadese iniziò a cercarlo anche nel Canada francese. Incuriosito dai racconti provenienti dalla Cina, il religioso sperava che crescesse anche fra le piante erbacee che popolavano questo territorio caratterizzato da ambienti simili a quelli della Manciuria. Fu così che il mondo scoprì un’erba molto simile al ginseng asiatico nelle vicinanze di Montreal; oggi questa specie, Panax quinquefolius, è nota come “ginseng americano”. Diffuso in tutte le foreste decidue degli Stati Uniti orientali, il ginseng americano ha iniziato ad essere esportato dal Nord America in Cina. L’eccessiva raccolta effettuata nella metà degli anni ’70 del XX secolo ha presto portato il Panax quinquefolius ad essere considerato una specie in pericolo. La coltivazione di quest’erba, iniziata proprio negli anni ’70, ha però permesso anche al commercio di ginseng americano di crescere costantemente.
I benefici della pianta dell’uomo
Il ginseng è ampiamente utilizzato in diverse medicine tradizionali e nell’ayurveda. In generale è considerato un rimedio in grado di ripristinare il benessere perduto e di aumentarlo. Tale beneficio è stato attribuito sia al ginseng asiatico che a quello americano, mentre non è possibile trarre gli stessi benefici dal cosiddetto “ginseng siberiano”. Quest’ultimo, infatti, non è vero e proprio ginseng e si ottiene da una pianta appartenente alla famiglia delle Araliaceae, Eleutherococcus senticosis. Fra gli altri benefici associati al consumo del vero ginseng sono inclusi la riduzione dello stress, l’effetto rilassante, la riduzione dei livelli di zuccheri e di colesterolo nel sangue e il miglioramento della circolazione. Inoltre sembra un rimedio efficace in caso di disfunzioni sessuali maschili. Purtroppo, però, non tutti questi effetti positivi sono stati confermati da serie prove scientifiche. Al momento si sa che il ginseng potrebbe davvero aiutare a recuperare le energie in caso di malattie gravi come il cancro. Gli scienziati sono invece più scettici sul suo effetto positivo sulle capacità cognitive di chi lo assume. Altri studi hanno dimostrato che alcune molecole presenti al suo interno, i ginsenosidi, possono esercitare un’azione antinfiammatoria e immunosoppressiva. Inoltre il ginseng sembra ridurre il rischio di sviluppare tumori e migliorare sopravvivenza e qualità di vita dopo una diagnosi di cancro al seno. Infine, studi scientifici supportano la teoria dell’efficacia del ginseng nel trattamento della disfunzione erettile e contro l’influenza e l’infezione da virus respiratorio sinciziale. Tutti questi suoi possibili benefici hanno portato anche allo sviluppo di un ampio mercato di integratori alimentari ed altri prodotti a base di ginseng. E’ però importante ricordare che prima di assumere qualsiasi scopo a scopo medicinale, seppur di origine naturale, è bene chiedere consiglio al proprio medico.
Principali impieghi in cucina
La radice di ginseng macinata può essere utilizzata in cucina come tutte le altre spezie, semplicemente aggiungendola ai cibi o anche alle bevande. Il ginseng può ad esempio essere utilizzato per preparare degli infusi dall’effetto tonificante, oppure per aromatizzare tè o caffè (ne basta un quarto di cucchiaino). Il piatto più famoso a base di questa spezia è probabilmente il samgyetang, una zuppa di pollo al ginseng tipica della cucina coreana. Particolarmente apprezzata nei mesi estivi, quando rifornisce l’organismo dei nutrienti necessari per affrontare giornate lavorative in ambienti umidi, la zuppa di pollo al ginseng può anche essere acquistata nei supermercati orientali, a dimostrazione di quanto si tratti di un piatto famoso.
I possibili effetti collaterali del ginseng
In genere il consumo di ginseng è considerato sicuro, soprattutto quando se assumono dosi limitate come quelle utilizzate in cucina. La sua ampia diffusione sotto forma di integratori che permettono l’assunzione di dosi molto elevate rende però obbligatorio parlare dei possibili effetti collaterali. In alcuni casi, infatti, l’assunzione di ginseng è stata associata alla comparsa di mal di testa, nausea, irrequietezza, aumento della frequenza cardiaca e insonnia. Inoltre nelle donne può provocare gonfiori al seno ed emorragie vaginali. Non è da escludere nemmeno la possibilità di intossicazione, che si manifesta con sintomi come irritabilità, vista appannata, edema, diarrea, emorragie, continua agitazione, eccitamento, capogiri, secchezza delle fauci e, nei casi più gravi, rallentamento del battito cardiaco, nausea, comito, convulsioni e delirio. Il ginseng può inoltre interferire con l’effetto di alcuni farmaci, come i medicinali per i disturbi cardiovascolari, alcuni antidepressivi e i farmaci che riducono la coagulabilità del sangue. In caso di dubbi è bene chiedere consiglio a un medico.
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